Test per la diagnosi della SIBO: lattulosio e glucosio a confronto
Abbiamo già parlato numerose volte della SIBO, la sovracrescita batterica nel tenue: si tratta di una sindrome provocata dal traslocamento di batteri dal colon, o proliferazione dei batteri sbagliati, presenti nell’intestino tenue che causano permeabilità intestinale e numerosi sintomi. Sebbene abbia già parlato in passato dei test per la diagnosi della SIBO, oggi voglio soffermarmici ulteriormente, perché molti miei pazienti mi richiedono informazioni al riguardo.
L’esame che si esegue solitamente è il Breath Test, chiamato anche ‘test del respiro’, durante il quale il paziente deve espirare in un macchinario dopo aver consumato una soluzione preparata con lattulosio (attenzione non lattosio!) o glucosio. In seguito, dopo questa somministrazione, vengono misurate le variazioni delle immissioni di gas idrogeno e metano presenti nel respiro della persona analizzata.
Attualmente, il test più diffuso utilizza il lattulosio, ma a seguito di alcuni recenti studi sono state evidenziate delle problematiche che rendono questo test per la diagnosi della SIBO in qualche modo non completamente affidabile e che suggeriscono invece un esito più preciso tramite l’utilizzo del glucosio.
Test per la diagnosi della SIBO a confronto
Il test per la diagnosi della SIBO effettuato con il lattulosio indicherà molto più facilmente la possibilità di essere affetti da SIBO. Purtroppo però ci sono più possibilità di falsi positivi. Tramite il test con il glucosio, al contrario, ci saranno minori probabilità di rintracciare la SIBO, ma i risultati positivi saranno certi.
In sostanza, in alcuni studi è stato dimostrato che la positività del breath test tramite il lattulosio non implica necessariamente una positività alla SIBO, ma semplicemente una fermentazione alterata nell’intestino in generale o una potenziale disbiosi. Gli stessi soggetti analizzati con il glucosio, infatti, risultano affetti da SIBO in percentuali decisamente inferiori.
I test con il lattulosio, quindi, sembrano indicare una positività alla SIBO molto simile alla Sindrome da Intestino Irritabile, ma essendo probabile la falsa positività, potrebbe essere necessaria una rivalutazione del test tramite un’altra metodologia, come quella con il glucosio.
L’affidabilità del test per la diagnosi della SIBO con utilizzo del lattulosio non è comunque da scartare a priori, perché è in grado di fornire un’indicazione generale sullo stato dell’intestino che invece il test tramite glucosio (che risponde con precisione solo agli effetti sull’intestino tenue) non è in grado di fornire.
Un punto cruciale: l’interpretazione dei test
L’interpretazione è fondamentale per valutare questo tipo di test. Il lattulosio, infatti, possiede un effetto lassativo che stimola la motilità intestinale, per cui nella disamina degli esiti del test occorre interpretare i risultati tenendo conto di questo importante fattore. Quando si cerca la SIBO si tenta di capire se vi è o meno presenza nell’intestino tenue di sovracrescita batterica dopo l’ingestione della soluzione con il lattulosio: l’effetto lassativo della sostanza stessa può falsare il dato facendolo sembrare nettamente maggiore rispetto ad una situazione normale.
Quello che succede esattamente all’assunzione di lattulosio è che quando questo raggiunge l’intestino tenue, si ottiene una produzione di idrogeno e/o metano. Quando però la sostanza raggiunge rapidamente anche il colon e i batteri in esso presenti grazie all’aumento della motilità intestinale, la produzione si intensificherà ulteriormente dando un esito positivo al test che non necessariamente indica la presenza della SIBO.
Un altro parametro che influisce sull’interpretazione del test per la diagnosi della SIBO potrebbe essere l’appartenenza ad una certa etnia. Il transito intestinale infatti non è uguale per tutta la popolazione. È stato notato per esempio che gli asiatici possiedono un intestino tenue più piccolo o comunque un transito più veloce, che consente al lattulosio di raggiungere più in fretta il colon amplificando i risultati e quindi fornendo più falsi positivi.
Al fine di ridurre i falsi positivi nel test per la SIBO tramite l’ingestione di lattulosio può essere quindi corretto cercare di interpretare lo stato dell’intestino all’assunzione di questa sostanza e le caratteristiche proprie del soggetto analizzato. È però consigliata la misurazione del test per la diagnosi della SIBO passato un determinato periodo di tempo: se i sintomi sono lievi e il test si positivizza passata solo una ora, allora il soggetto potrebbe non essere affetto da SIBO.
Al contrario, l’esito positivo del test con utilizzo del glucosio effettuato agli stessi intervalli di tempo tramite i macchinari che sono in grado di misurare accuratamente l’espulsione di idrogeno e metano nel fiato del paziente, lascerà ben pochi dubbi in merito alla positività del test. D’altro canto, la facoltà del glucosio di rilevare la SIBO grazie al suo completo assorbimento nell’intestino tenue potrebbe non segnalare una sovracrescita perché semplicemente potrebbe non aver raggiunto quella zona specifica dell’intestino.
L’efficacia dei test per la diagnosi della SIBO in caso di stati intestinali alterati è un altro fattore da valutare quando vengono eseguiti: un intestino costipato verrà analizzato più agevolmente con il test tramite lattulosio che rivelerà meno falsi positivi. Gli individui che invece sono affetti da diarrea, dovrebbero prediligere il test con il glucosio perché dato il suo rapido assorbimento nell’intestino tenue, non comporta il passaggio fino al colon e quindi la possibilità di falsi positivi.
In conclusione
Il quadro clinico generale di un paziente è fondamentale per valutare la possibilità di rintracciare la SIBO tramite i test o diagnosticare altre patologie tramite i sintomi, come nel caso della Sindrome da Intestino Irritabile.
I test di laboratorio forniscono un’indicazione di massima che va sempre interpretata per poter prendere la miglior decisione sui trattamenti da proporre. Nel caso in cui i test continuassero ad essere positivi, ma venissero a mancare i sintomi che accompagnano la SIBO, occorre valutare di interrompere le cure perché molto probabilmente è in fase risolutiva, se non già completamente regredita. Al contrario, test di laboratorio negativi in presenza di chiari sintomi devono allarmare e suggeriscono di analizzare ulteriormente e più approfonditamente la situazione.
Prima di passare ai trattamenti curativi, inoltre, sarebbe importante effettuare almeno un tentativo di sottoporsi ad una dieta che possa dare sollievo in casi come questo, come per esempio la dieta Paleo o quella a basso contenuto di FODMAP. Sicuramente l’evitare i cibi raffinati, ritornando ad una dieta a base di cibo vero aiuterà l’organismo dei soggetti affetti da SIBO.
Quindi, entrambi i test per la diagnosi della SIBO, al lattulosio e al glucosio, possono essere efficaci, ma l’interpretazione di uno specialista è fondamentale al fine di valutare le problematiche dell’intestino in modo completo e pertinente.
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