Vitamina D – scopri qual è il suo ruolo per la tua salute
Se fai parte di qualche gruppo o forum dove si parla di microbiota e corretta alimentazione, sicuramente avrai sentito parlare di integratori di vario genere da assumere per migliorare il proprio stato di salute. Tra i tanti, quella di cui si sente parlare sempre più spesso è la protagonista del mio articolo di oggi: la vitamina D.
Cos’è la vitamina D e come funziona
Per chi ancora non lo sapesse, la vitamina D è conosciuta anche come “la vitamina del sole” perché viene prodotta dal nostro organismo proprio in seguito all’esposizione solare. Nonostante il suo nome, non si tratta di una vera e propria vitamina, perché all’interno del nostro corpo agisce come un ormone steroideo, regolando diverse funzioni genetiche.
Ci sono due forme principali di vitamina D provenienti dalla dieta:
- La vitamina D3 (colecalciferolo), si trova in alcuni alimenti di origine animale, come i pesci grassi e tuorlo d’uovo.
- La vitamina D2 (ergocalciferolo), presente in alcuni funghi.
Tra le due, la vitamina D3, quindi il colecalciferolo è quella che ci interessa maggiormente, visto che è quasi il doppio efficace rispetto alla D2, nell’aumentare i livelli di vitamina D nel sangue (studio 1 e 2).
La vitamina D in un primo momento è in realtà abbastanza inutile perché ha bisogno di essere trasformata per divenire attiva. Viene innanzitutto convertita in calcidolo o 25 (OH)D nel fegato e in questa forma viene accumulata nel corpo (e misurabile dalle analisi). Viene poi convertita in calcitriolo o 1,25 (OH) 2D, soprattutto nei reni e questa è la forma attiva dell’ormone steroideo che chiamiamo vitamina D. Da questo momento funziona come gli altri ormoni simili, ossia entra nei nuclei cellulari e interagisce con i recettori per lavorare sulle cellule.
Cosa fa la vitamina D nel nostro organismo?
La vitamina D non è stata scoperta recentemente. Infatti è noto da tempo che la sua funzione sia legata alla salute delle ossa, perché migliora l’assorbimento di calcio e fosforo.
Quello che è stato scoperto negli ultimi anni, e che ancora è oggetto di studio, è la sua implicazione su un’innumerevole quantità di altri processi tra cui sul sistema immunitario e sulla prevenzione del cancro.
È sempre più evidente quindi come la vitamina D sia essenziale per restare in buona salute e una sua carenza può rendere vulnerabili ad ammalarsi di una vasta gamma di disturbi anche seri (come diabete, depressione, infiammazioni croniche, disfunzioni autoimmuni, malattie cardiache, ecc…).
Inoltre, i ricercatori hanno scoperto che la vitamina D è coinvolta nel corretto funzionamento biochimico di tutte le cellule e i tessuti nel nostro corpo. Quindi, quando i livelli di questo ormone sono scarsi, tutto il corpo fatica a funzionare in modo ottimale.
Purtroppo la sua importanza, benché se ne parli sempre di più, è ancora molto sottovalutata da i medici. Questo nonostante la sua carenza sia evidenziata praticamente in tutti i soggetti viventi, a qualsiasi latitudine del mondo (a causa del nostro modo di vivere).
La vitamina D e il suo ruolo nelle malattie intestinali
Uno studio di aprile 2015 condotto su animali, ha concluso che una scarsa esposizione al sole altera profondamente la risposta immunitaria innata e la flora intestinale.
Poco dopo (agosto 2015), è venuta alla luce una ricerca effettuata in Nuova Zelanda che ha messo in evidenza l’importanza della vitamina D nella prevenzione delle malattie gastrointestinali, tra cui il cancro. Secondo la professoressa Lynn Ferguson:
“Le malattie gastrointestinali come il cancro del colon-retto e la sindrome dell’intestino irritabile stanno diventando sempre più comuni in tutto il mondo, anche tra i bambini e gli adolescenti. Si tratta di un notevole onere per l’assistenza sanitaria e una minore assunzione di vitamina D, dovuta alla ridotta esposizione alla luce solare non compensata attraverso la dieta, può svolgere un ruolo chiave nella predisposizione a tali disturbi”.
Ovviamente l’esposizione al sole e la mancanza di Vitamina D è solo parte del problema, ma quello che sembra molto chiaro è che avere una corretta produzione di questo ormone può aiutare ad essere meno predisposti e anche a migliorare determinate malattie intestinali.
Il ruolo della vitamina D nelle Malattie Reumatiche
Quando si parla di malattie reumatiche non si intende solo l’artrite reumatoide (che è la più diffusa), ma anche altre moltissime condizioni croniche che colpiscono le articolazioni. Queste malattie reumatiche si pensa siano collegate a una sbagliata risposta immunitaria che, come abbiamo detto, può essere favorita da un basso livello di vitamina D.
Uno studio sempre del 2015, condotto su oltre 2200 pazienti, tutti con diagnosi di vari tipi di artrite, ha evidenziato che oltre il 40% dei partecipanti aveva un livello di vitamina D inferiore al 20ng/ml o anche meno. Una parte ne aveva quantitativi maggiori, ma solo meno del 27% non erano risultati carenti. Lo studio ha dichiarato:
“Questo studio mette a conoscenza sull’impatto della carenza di vitamina D nei pazienti con malattie reumatiche e questi risultati potrebbero essere di notevole interesse per il futuro delle pratiche cliniche quotidiane. A dispetto delle attività della malattie inferiori, i pazienti con artrite reumatoide hanno un notevole rischio di carenza di vitamina D. Quindi, il monitoraggio dei livelli di vitamina D in questi pazienti è una questione importante, che può essere gestito somministrando integratori di vitamina D o esponendosi alla luce solare, se possibile”.
Legame tra carenza di vitamina D e sclerosi multipla
A mio parere la vitamina D può avere un impatto positivo su tutte le malattie autoimmuni, ma apro una parentesi specifica sulla sclerosi multipla perché è la più studiata attualmente. Ci sono svariati studi che hanno sottolineato il forte legame che esiste tra la sclerosi multipla e la carenza di vitamina D.
La sclerosi multipla è una malattia cronica neurodegenerativa che colpisce i nervi del cervello e della colonna vertebrale e che è sempre stata considerata una malattia ‘senza speranza’ da curare con medicinali altamente tossici come il prednisone e l’interferone. Gli studi degli ultimi anni però, in particolare la lunga ricerca promossa dal dottor Coimbra in Brasile (il protocollo Coimbra), suggeriscono che la vitamina D può dare luogo a miglioramenti a volte molto evidenti sulla sclerosi multipla.
Ovviamente come nel caso delle malattie intestinali e il resto, la sola vitamina D, benché di grande importanza, non può essere l’unico fattore che incide sulla remissione di una malattia.
Carenza di vitamina D e depressione
Chi non si sente meglio quando la stagione è bella e le giornate di sole invitano a scoprirsi? In estate tutti abbiamo un umore migliore. Sembra infatti che anche la salute mentale possa compromettersi se i livelli di Vitamina D sono bassi. Alcune ricerche hanno dimostrato che una forte carenza di questo ormone (inferiore a 20ng/mL) può aumentare il rischio si soffrire di depressione fino all’85% rispetto a chi ha livelli più alti. E ci sono invece altri studi che hanno dimostrato che un integrazione di vitamina D può alleviare i sintomi della depressione.
Uno dei più recenti è stato fatto su donne di età compresa tra i 18 e i 25 anni vissute nelle tre stagioni con meno sole, in una zona nord-ovest del pacifico. È stato dimostrato che la metà delle partecipanti a fine studio presentava uno scarso livello di vitamina D (al di sotto di 30ng/mL) e metà di esse aveva chiari sintomi di una depressione clinicamente rilevante.
Vitamina D, come integrarla al meglio?
Potrei andare avanti con altre ricerche e altri esempi sui benefici di questo ormone per la nostra salute. Ci sono studi sull’interazione tra vitamina D e cancro, come anche con il lupus, le malattie della pelle come la psoriasi, addirittura studi sulla relazione con l’HIV e molto altro ancora. Quello su cui però adesso vorrei che ti concentrassi è su come riuscire a integrarla.
Sembra infatti che una percentuale elevata di persone sia deficitaria, soprattutto sempre più bambini (sembra che il 70% ne siano carenti) che invece con adeguati livelli potrebbero combattere meglio anche disturbi minori come raffreddori e malattie stagionali. Quindi è importante sapere come integrarla.
Prima di tutto serve un’analisi del sangue per verificare l’effettiva carenza. Per completezza, insieme ai valori di 25 (OH)D – che come abbiamo visto è quella rilevabile – servono anche i valori del PTH (paratormone). Una volta valutata la situazione con uno specialista, si può iniziare a parlare di integrazione.
Il sole è sempre la soluzione ideale per ottimizzare i livelli di vitamina D. Visto però che non è possibile esporvisi adeguatamente tutto l’anno, è necessario implementarla tramite alimenti e integratori.
Fonti importanti nella dieta potrebbero venire dal pesce ‘grasso’, come il salmone, il tonno, l’olio di fegato di pesce e anche dalle uova. Piccole quantità di vitamina D si trovano anche nel fegato di manzo, nei formaggi e altri tipi di latticini.
Per gli integratori, è bene farsi consigliare da uno specialista in materia, evitando di comprare quelli usati da amici e parenti o per sentito dire. Questo anche perché si ha modo di conoscere qual è il giusto quantitativo da assumere a seconda delle proprie necessità.
Conclusioni importanti sulla vitamina D
In linea generale sembra tutto molto semplice. Sono carente di questo ormone, sto male, prendo un integratore, guarisco… Magari! Troppe volte questo fatto viene semplificato dai falsi esperti che si trovano online e che parlano di integratori. Non tutti gli organismi riescono ad assimilare nella maniera corretta la vitamina D (e tanti altri nutrienti), indovini tu il perché?
Esatto, se l’intestino non funziona a dovere, nonostante un integrazione costante i miglioramenti saranno minimi, perché qualsiasi sostanza non verrà assimilata correttamente dal nostro organismo. Come detto più volte nell’articolo, trovare il modo di integrare la vitamina D è parte di un processo di miglioramento dello stato di salute, ma serve tutto un percorso che si occupi prima dell’alimentazione, della cura del tuo intestino, del giusto modo di trovare il tempo per sé stessi e molto altro ancora. Per questo è necessario avere qualcuno che sappia indicarti la giusta strada da percorrere, anche con la corretta integrazione di vitamina D, ma solo dopo aver riparato ciò che la renderà davvero assimilabile e funzionale per l’organismo: il tuo intestino.
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