Rompere il biofilm o impedirne la formazione è possibile
Come accennato nel precedente articolo, in questo ci occuperemo dei passaggi da fare per riuscire a rompere il biofilm. Il biofilm, che come abbiamo visto viene creato da un gruppo di microrganismi con lo scopo di proteggere batteri e patogeni all’interno del nostro corpo, può causare notevoli problemi alla nostra salute.
Riuscire ad individuare e rompere il biofilm è molto complesso e i trattamenti medici tradizionali come gli antibiotici spesso non danno i risultati sperati, anzi talvolta contribuiscono essi stessi alla sua formazione. Esistono però numerose soluzioni naturali e integratori adatti a impedire la formazione o a disgregare il biofilm, perché sono in grado di interrompere i segnali inviati fra i batteri, evitando quindi la formazione della famigerata pellicola.
Ostacolare l’accesso dei batteri al ferro
Il ferro viene naturalmente utilizzato all’interno del corpo per la nostra sopravvivenza oppure viene trasferito nel duodeno per essere trasportato nelle cellule e utilizzato in un secondo momento. I batteri, così come le colonie che formano il biofilm, sono in grado di sequestrare le nostre riserve di ferro perché gli sono necessarie per sopravvivere. Il corpo quindi tenterà di limitare l’ammontare di ferro disponibile incorporandone il più possibile nelle cellule durante l’infezione. In questo caso si può tentare di spezzare il biofilm inducendo le cellule a incorporare ferro in maniera più efficiente o legando ed eliminando il poco ferro libero nel corpo.
Ecco qui sotto alcuni supplementi che ostacolano l’accesso dei batteri al ferro:
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EDTA – questo acido si lega con il ferro rimuovendolo dal corpo prima che i batteri possano utilizzarlo per formare i biofilm.
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Lattoferrina – si tratta di una proteina multifunzionale che fa parte del sistema immunitario degli animali e possiede una forte componente antimicrobica e antibatterica. Può infatti distruggere i batteri negativi e anche il biofilm. La lattoferrina distrugge il ferro libero nel corpo, costringe le cellule a incorporarlo più velocemente e si lega ai lipopolisaccaridi nelle pareti delle cellule batteriche togliendo ai batteri la possibilità di respirare e quindi di sopravvivere.
Rompere la pellicola che protegge i batteri
I biofilm sono tenuti insieme da una matrice EPS (exopolisaccaride) che agisce come un mezzo di trasporto per scambiare segnali e nutrienti fra i batteri trattenuti, oltre a proteggerli dal danno ossidativo degli agenti antimicrobici. Alcuni supplementi sono in grado di degradare questa pellicola e quindi consentire l’accesso ai trattamenti medici direttamente ai batteri.
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Enzimi: uno dei metodi migliori per dissolvere la matrice EPS è l’utilizzo degli enzimi. Essendo questa composta da proteine, nucleotidi e saccaridi, gli enzimi sono in grado di aggredirla e indebolirla. La proteasi si utilizza per spezzare le proteine nella matrice EPS; glucoamilasi, pectinasi, cellulasi, beta-glucanse e chitosanace si utilizzano contro i saccaridi mentre il lisozima riduce i peptidoglicani (un polimero composto da zucchero e amminoacidi) che compone gran parte della matrice EPS.
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NAC: riduce la formazione dei biofilm e la loro adesione al corpo. Non è un componente attivo come l’argento, ma è comunque in grado di distruggere la produzione di exopolisaccaridi indebolendo quindi la matrice EPS.
Impedire l’adesione del biofilm
Esistono supplementi che prevengono la formazione del biofilm impedendone l’adesione alle superfici e che si possono utilizzare per combattere le infezioni batteriche. Tuttavia, l’utilizzo di questi supplementi è limitato in quanto essi vengono direttamente a contatto con i batteri.
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D-mannosio: il mannosio è uno zucchero naturale che si trova nei mirtilli e può essere utilizzato per ridurre la formazione dei biofilm batterici e la loro aderenza al tratto urinario. Altamente efficace nel ridurre le infezioni da Escherichia Coli, dovrebbe poter essere assunto con tranquillità anche dai diabetici in quanto solo una piccola parte di esso viene metabolizzato dall’organismo.
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Xilitolo: riduce l’adesione dei batteri e la formazione del biofilm. Lo xilitolo diminuisce i polisaccaridi che i batteri producono per formare il biofilm e far aderire i batteri. Esso lavora al meglio quando si occupa dei batteri cresciuti nella stessa area, come per esempio nei biofilm da ferita, sulle applicazioni nasali o orali. A causa della sua fermentazione però, l’utilizzo di xilitolo è sconsigliato nei pazienti affetti da SIBO.
Utilizzare alcuni acidi prodotti dai batteri
Molti dei nostri antibiotici vengono prodotti da sostanze che i microrganismi producono per ridurre il tasso di crescita di altri organismi o addirittura eliminarli. L’utilizzo degli antibiotici riduce la crescita dei batteri negativi per poter poi eliminare l’infezione interessata.
Esiste però un supplemento molto potente in grado di rompere il biofilm che viene prodotto dal batterio gram-negativo Pseudomonas aeruginosa, l’acido cis-2-decaonico.
Questo batterio si trova in natura e sulla pelle umana ed è noto per la sua capacità di causare infezioni, sovracrescita intestinale, formazione dei biofilm e infiammazione. L’acido cis-2-decainoco che esso produce è un acido grasso in grado di inibire la formazione e anche di rompere i biofilm di batteri come l’Escherichia Coli e molti altri. Essendo però gli studi relativi a questa sostanza solamente applicati alla sperimentazione in provetta, non è tuttora possibile sapere per certo se si possono verificare gli stessi effetti in un organismo vivente e, in ogni caso, siccome l’ingestione di questo acido potrebbe provocare una sovracrescita batterica di Pseudomonas aeruginosa, l’utilizzo in alcuni pazienti interessati da questa patologia è sconsigliato.
Utilizzare supplementi naturali in grado di rompere il biofilm
La ricerca ha dimostrato che esistono anche molte sostanze naturali in grado di disgregare con delicatezza i biofilm senza causare danni di nessun tipo. Eccone alcuni:
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la curcuma – un composto naturale eccellente e ben noto da tempo, come ben conosciuti sono anche i suoi effetti antibatterici, antifungici, antivirali e antiparassitari. La curcuma è anche in grado di rompere il biofilm;
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l’aceto di sidro di mele – l’acido in esso contenuto è in grado di uccidere i batteri indesiderati e di disgregare il biofilm nelle infezioni croniche.
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l’origano: notoriamente conosciuto per essere in grado di sradicare i batteri patogeni dal tratto intestinale, possiede numerosi altri benefici ed è anche in grado di impedire il rilascio di tossine nocive da alcuni patogeni, inclusi i biofilm.
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L’aglio – alimento salutare per eccellenza, non soltanto è in grado di distruggere i batteri più resistenti, ma è anche in grado di inibire la formazione del biofilm spezzando la comunicazione fra i batteri.
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la berberina – è un composto estratto da alcune piante dai potenti effetti antimicrobici specialmente nel tratto digestivo.
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il carbone attivo – pur non essendo direttamente coinvolto nella rottura dei biofilm, è in grado di assorbire le tossine nocive.
In conclusione, rompere il biofilm o impedirne la sua formazione può sembrare un’impresa ardua, ma con un attenta analisi e i consigli di uno specialista, è possibile sicuramente trovare il modo migliore per sbarazzarsi di questa dannosa associazione di microrganismi.
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