Ipotiroidismo e SIBO: gli studi confermano il collegamento
Il collegamento tra ipotiroidismo e SIBO non è così evidente a chi non ha sufficiente conoscenza in materia. La SIBO, la sovracrescita batterica nell’intestino tenue di cui abbiamo già parlato più volte, può essere difficile da diagnosticare a causa di una serie di condizioni preesistenti che possono scatenarla e che la rendono una patologia diversa in ognuna delle persone che colpisce. Una di queste condizioni è proprio l’ipotiroidismo che è in grado di danneggiare la motilità intestinale e contribuire all’accensione della malattia.
In passato avevamo già affrontato un argomento simile, parlando di tiroide e intestino. Oggi invece cerecheremo di capire meglio in quale modo ipotiroidismo e SIBO possono essere collegati.
Il Complesso Motorio Migrante e le sue funzioni
L’intestino possiede una fitta rete di oltre 500 milioni di neuroni che insieme ad altre cellule formano il Sistema Nervoso Enterico (SNE), il cui compito è quello di innervare le cellule muscolari che compongono l’intestino e regolare le contrazioni peristaltiche.
Durante i periodi di digiuno, l’SNE invia ondate di attività elettrica attraverso l’intestino tenue, spostandone il contenuto lungo il tratto gastrointestinale fino al colon tramite il Complesso Motorio Migrante (CMM), fondamentale per tenere i batteri fuori dall’intestino tenue e dal colon.
Le funzioni del CMM sono influenzate da diverse variabili, tra cui le anomalie anatomiche come la chirurgia gastrointestinale, i diverticoli o le fistole, le malattie di natura neuropatica, autoimmuni, infiammatorie o metaboliche. Naturalmente anche le patologie del sistema endocrino hanno un impatto rilevante sul CMM, in special modo le funzioni tiroidee.
La tiroide e il suo impatto sulla motilità intestinale
Gli ormoni tiroidei influenzano la motilità intestinale alterando il complesso motorio migrante. A causa dell’ipotiroidismo, lo svuotamento gastrico può essere ritardato e di conseguenza avviene una diminuzione della frequenza della peristalsi intestinale. Questo significa stitichezza, che è il disturbo gastrointestinale più frequente nei pazienti affetti da ipotiroidismo.
Al contempo, alcuni pazienti possono avere un tempo di transito lento seguito poi da un veloce passaggio nel colon, con conseguente diarrea, che potrebbe poi dare malassorbimento dei carboidrati e fermentazione.
A seguito di recenti studi è stato possibile confermare il collegamento fra ipotiroidismo e SIBO. Nel primo studio condotto in Italia (fonte), i ricercatori avevano scelto 50 pazienti affetti da ipotiroidismo autoimmune che erano stati trattati con l’ormone sintetico T4 prima di effettuare il test del respiro per diagnosticare la SIBO e altri 40 sani. 27 dei 50 pazienti affetti da ipotiroidismo risultarono positivi al test per la SIBO, contro solo 2 dei 40 pazienti sani. Disturbi quali dolore addominale, flatulenza e gonfiore risultavano comuni ai pazienti affetti dalla patologia, ma dopo una settimana di trattamento con la rifaximina (farmaco utilizzato nella terapia per curare la SIBO), 19 dei 27 pazienti erano riusciti ad ottenere la negativizzazione del test per la SIBO e un miglioramento delle condizioni intestinali.
Questo studio ha dunque identificato il collegamento fra ipotiroidismo e SIBO indicandolo come un fattore di rischio e accertando che il ripristino delle normali condizioni batteriche a seguito delle cure alla quale viene sottoposta la tiroide potrebbe non essere facile da conseguire, senza l’aiuto dei trattamenti più indicati per la cura della SIBO.
In un’altra ricerca eseguita in Polonia (fonte), i ricercatori hanno rilevato un’abbondanza di ormoni tiroidei caratteristici dell’ipotiroidismo nei pazienti affetti da SIBO manifestatasi prevalentemente con costipazione, con valori comunque elevati di anticorpi TPO tipicamente collegati alla tiroidite.
L’ultimo studio, effettuato in Germania (fonte), su circa 1800 pazienti disponibili a valutare i fattori di rischio per la SIBO, ha concluso che l’ipotiroidismo e la terapia con l’ormone T4 sono maggiormente associati al rischio di contrarre la SIBO.
Ipotiroidismo e SIBO – come trattarli efficacemente
Nonostante la ricerca sia ancora in corso, è possibile eseguire una serie di esami ed azioni volti a trattare la SIBO nella maniera più indicata per i pazienti affetti da problematiche collegate alla tiroide, ovvero:
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eseguire sempre tutte le analisi e i test necessari a valutare la tiroide nei pazienti affetti da SIBO o da IBS (Sindrome dell’intestino irritabile), inclusi gli anticorpi tiroidei. Le patologie della tiroide sono alquanto comuni e molte persone non sono a conoscenza di esserne affetti;
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intraprendere uno stile di vita sano e una buona dieta per supportare la tiroide. Gli squilibri nutrizionali nuocciono alla tiroide, così come un sistema immunitario squilibrato. Ridurre l’infiammazione nell’organismo alimentandosi con cibi salutari e nutrienti può aiutare a ripristinare le funzioni della tiroide e la motilità intestinale;
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valutare le cure offerte da uno specialista per la tiroide per migliorare anche lo stato dell’intestino, specialmente nei pazienti affetti da costipazione;
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considerare altri stimolatori della motilità intestinale se il supporto alla tiroide non è sufficiente, soprattutto nei pazienti costipati, che potrebbero anche rallentare la possibilità di contrarre la SIBO;
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trattare la sovracrescita batterica. Anche se un transito intestinale lento spesso dà il via alla SIBO, accelerarlo non sarà sufficiente ad eliminare la sovracrescita batterica una volta che i microbi si saranno insediati nell’intestino.
Naturalmente, tutti questi trattamenti non saranno sufficienti senza l’ausilio di un professionista che potrà aiutarti a determinare le reali cause scatenanti i sintomi di ipotiroidismo e SIBO e indicarti poi il percorso di risanamento più adatto a te.
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