Cibi goitrogenici e tiroide: come limitare gli effetti negativi

Oggi parliamo del collegamento tra cibi goitrogenici e tiroide. Se soffri di un qualche disturbo alla tiroide sei in buona compagnia, poiché si stima che le patologie collegate a questa ghiandola siano in forte crescita e molto comuni.

Molti sono i fattori che possono avere un impatto sulla tiroide, come lo stress cronico, i problemi ormonali, i batteri intestinali e anche il cibo che assumi. In questo articolo voglio spiegarti perché alcuni alimenti possono disturbare la tua tiroide molto più di altri e come cucinarli per minimizzarne gli effetti negativi.

I cibi goitrogenici e la tiroide

Gli alimenti goitrogenici, termine derivante dall’inglese “goiter” (gozzo) sono in grado di sopprimere la funzione tiroidea e dunque di interferire con l’assorbimento dello iodio da parte della tiroide, facendola gonfiare in maniera anomala.

Cavoli, cavolfiori e broccoli sono assolutamente salutari nella dieta, a patto che tu non soffra di un disturbo tiroideo. In questo caso, l’assunzione sporadica non causerà problemi, ma mangiarli abitualmente potrebbe nuocere alla tiroide, perché anche a basse concentrazioni, questi alimenti definiti goitrogenici, potranno inibire l’assorbimento dello iodio, esattamente come fanno alcune sostanze chimiche.

Come funziona la tiroide

La tiroide, piccola ghiandola endocrina a forma di farfalla situata nella parte anteriore del collo, controlla il

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metabolismo del corpo e influisce sul cervello, sul tratto intestinale, sul sistema cardiovascolare, sul metabolismo di lipidi e colesterolo, sulla sintesi degli ormoni e sulle funzioni della cistifellea e del fegato.

 

Secondo le statistiche, una grande parte di popolazione è affetta da qualche forma di patologia legata alla tiroide, e probabilmente, il 60 per cento di coloro che ne soffrono non ne sono neanche consapevoli. L’incidenza è maggiore nella popolazione femminile, con una donna su otto che potrebbe sviluppare un problema legato alla tiroide durante tutta la sua esistenza.

Come i cibi goitrogenici interferiscono con la tiroide.

Come abbiamo detto, i cibi goitrogenici causano il gozzo, o gonfiore della ghiandola tiroidea. Ciò accade a causa di questo meccanismo:

1. l’alimento goitrogenico interferisce con l’assorbimento di iodio nella ghiandola tiroidea;
2. se non c’è abbastanza iodio disponibile, la tiroide ne risente;
3. la tiroide dunque non produce sufficienti livelli di ormoni T4 e T3;
4. l’ipotalamo percepisce la scarsità di T4 e rilascia un ormone;
5. questo ormone innesca l’ipofisi che avvia la produzione di TSH;
6. la tiroide risponde al TSH producendo ulteriori ormoni;
7. se la tiroide non riesce a tenere il passo con la richiesta si ingrossa cercando di soddisfarla.

Anche a basse concentrazioni, i cibi goitrogenici sono in grado di ridurre l’apporto di iodio alla tiroide, per cui anche assumendo integratori di iodio non riuscirai a risolvere questo problema.

Chi è sensibile ai cibi goitrogenici?

Sicuramente le persone che riscontrano una carenza di iodio potrebbero essere disturbate dall’assunzione di alimenti goitrogenici. Nonostante il comune utilizzo di sale allo iodio, questo tipo di carenza è in forte aumento. Si stima che in Europa ne soffra il 44% della popolazione. In questi casi, oltre al sale iodato, è bene consumare alimenti provenienti dal mare, come alghe, tonno, merluzzo e gamberetti. Anche l’apporto di selenio è fondamentale: assicurati di consumare noci brasiliane, salmone, pollo, uova, agnello, tacchino, funghi shiitake.

Le persone che soffrono già di problemi alla tiroide, specialmente ipotiroidismo, soffriranno maggiormente a causa dell’assunzione di cibi goitrogenici. Oltre a limitare l’assunzione dei vegetali appartenenti alla famiglia delle crucifere, queste persone dovrebbero anche effettuare approfonditi esami del sangue sul funzionamento della loro tiroide.

Le donne in stato di gravidanza o in fase di allattamento necessitano di un introito di iodio del 50 percento superiore rispetto agli altri adulti, quindi gli alimenti goitrogenici che possono interferire con l’assunzione di iodio sono ancora più da limitare, nella misura di massimo tre fino a cinque porzioni alla settimana di crucifere cotte. Questi alimenti inibiscono inoltre il passaggio dello iodio anche nel latte materno.

Quali alimenti evitare?

Dunque, se soffri di qualche patologia alla tiroide, farai meglio ad evitare gli alimenti goitrogenici che la possono disturbare, fra i quali:

  •  vegetali appartenenti alla famiglia delle crucifere – broccoli, cavolo, cavolo cinese, cavoletti di Bruxelles, cavolfiore, rafano ma anche senape, ravanelli, colza, rape;
  • frutti appartenenti alla famiglia delle rosacee – mandorle, albicocche, ciliegie, pesche e inoltre pere, prugne, lamponi, fragole;
  • altri alimenti – germogli di bambù, miglio, soia, spinaci, patate dolci, tapioca, manioca.

Se intendi assumere i cibi sopraelencati, oltre a scegliere consapevolmente di limitarne l’assunzione, potrai minimizzarne gli effetti goitrogenici seguendo alcune indicazioni sulla cottura. Infatti, anche se le verdure crucifere sono ricche di sostanze che interferiscono con la tiroide, cucinarli nel modo giusto ne abbassa in maniera consistente il contenuto goitrogenico, permettendoti di consumarle più spesso.

Segui dunque queste indicazioni:

  • bolli le verdure per trenta minuti – questo ridurrà il 90 per cento del loro potere goitrogenico;
  • cuoci al vapore le tue verdure finché non sono perfettamente cotte – ciò ridurrà il contenuto di goitrogenici di due terzi. La cottura al vapore inoltre ti aiuta a mantenere intatti i nutrienti nel vegetale, che si perdono in quantità ben più elevate con la bollitura;
  • prova gli alimenti fermentati – anche se la fermentazione aumenta il contenuto goitrogenico delle verdure, essa abbassa contemporaneamente il livello di nitrili che sono ben più pericolosi per il tuo organismo. Assaggia dunque il kimchi, il kvass di barbabietola, il kefir di cocco, i crauti.

Inoltre, potrai trovare sostanze goitrogeniche anche in alcuni prodotti chimici e medicinali:

  • in alcuni medicinali per l’irregolarità del battito cardiaco
  • negli antibiotici
  • nei bromuri presenti nei pesticidi e talvolta nella plastica
  • nei metalli pesanti
  • nella dioxina, sottoprodotto industriale tossico
  • nei farmaci contro la depressione e l’ansia
  • in alcune pitture
  • nei carburanti per jet
  • nelle sigarette (tiocianato)

Come migliorare la funzionalità della tiroide

Oltre agli alimenti goitrogenici, esistono altre sostanze in grado di interferire con la tiroide, come ad esempio gli ossalati. L’acido ossalico si lega al calcio e al potassio, rendendoli insolubili e meno disponibili per l’organismo. Queste sostanza aumenta anche il rischio di calcoli renali soprattutto nei pazienti che soffrono di disbiosi intestinale. Fonti comuni di ossalati comprendono gli spinaci, le patate dolci, il sambuco, i fichi, i porri, il grano saraceno, il sedano.

Se soffri di un disturbo della tiroide autoimmune, cerca di evitare anche gli olii di semi industriali: contengono alti livelli di acidi grassi omega-6 e grassi trans che aumentano l’infiammazione a livelli esponenziali, peggiorando dunque la salute della tiroide e non solo.

Anche le diete a basso contenuto di carboidrati o di proteine sono da evitare: entrambi i carboidrati e le proteine, infatti, promuovono il rilascio di insulina che è necessaria per convertire il T4 in T3 (la forma attiva dell’ormone tiroideo).

Cerca inoltre di gestire al meglio lo stress, che ha un impatto negativo sulla tiroide, controlla i valori di vitamina D, tieni sotto controllo lo stato del tuo intestino e minimizza l’esposizione alle offese che peggiorano le condizioni della tua tiroide.

 

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