Disbiosi intestinale: sintomi, test e come tornare all’eubiosi
Come avevamo accennato nella scorsa parte dedicata alla differenza tra eubiosi e disbiosi, in questo articolo approfondiremo maggiormente la disbiosi intestinale e vedremo come poter tornare a ripristinare un microbiota efficiente ed equilibrato.
Tra le altre cose vedremo le cause della disbiosi intestinale, quali sono i sintomi, i test per diagnosticarla e come poter tornare ad uno stato di eubiosi.
Le cause della disbiosi intestinale
Tolti i casi in cui la disbiosi ha origini genetiche, avevamo già visto nel passato articolo che sono diversi i fattori che possono rompere l’equilibrio nel nostro intestino. Prima questi fattori intervengono nella vita e prima si creerà uno stato di disbiosi intestinale. Quelle che seguono sono le principali cause che interferiscono con l’eubiosi.
L’abuso di medicinali – nell’articolo dedicato all’uso degli antibiotici, abbiamo ampiamente spiegato come arrivano a danneggiare il microbiota. L’abuso di qualsiasi tipo di medicina può alterare comunque l’eubiosi intestinale e questo vale in particolar modo nei primi anni di vita, quando il sistema immunitario è in fase di sviluppo, quindi ancora immaturo. È importante sottolineare che molti antibiotici hanno effetti a lungo termine sul microbiota, e possono in alcuni casi portare alla perdita permanente di alcuni organismi.
La scorretta alimentazione – il cibo interagisce con il microbiota intestinale in più modi. Un’alimentazione ricca di prodotti di origine industriale, quindi ricchi di zuccheri, carboidrati raffinati, grassi trans, additivi tra cui i conservanti e povera di fibre sono il principale motivo per cui la flora batterica si indebolisce. Da una parte infatti gli additivi indeboliscono i microorganismi, dall’altra il cibo scarso in varietà e in prebiotici non li aiuta a restare in forze e quindi la microflora diventa sempre meno combattiva. Oltre a questo poi, la scorretta alimentazione porta a irregolarità intestinali, per cui poi si ricorre spesso a lassativi e farmaci che conducono poi a uno spiacevole circolo vizioso.
La troppa igiene – oggi giorno viviamo in un mondo troppo pulito, per più ragioni. Fin da piccoli i bambini vengono tenuti in ambienti sterili, dove non hanno la possibilità di entrare in contatto con i batteri e quindi non possono allenare il loro sistema immunitario. Inoltre il cibo non proviene più dalla terra coltivata come una volta, nemmeno quello di origine biologica. In passato il terreno era ricco di microrganismi, oggi le normative igieniche da rispettare sono numerose e le coltivazioni sono sempre più ‘pulite’.
Lo stile di vita – le cattive abitudini come il fumo, l’alcool, altri vizi simili, la sedentarietà, la cattiva qualità del sonno e lo stress in generale sono tutte cose che vanno a minare, più o meno indirettamente l’eubiosi intestinale.
5 tipi di disbiosi intestinale
Gli studi recenti ci hanno dato la possibilità di catalogare la disbiosi in base a tre parametri:
1) da perdita di organismi microbici benefici
2) da sovraccrescita di patobionti (principalmente Escherichia coli, Shigella e Klebsiella) o microrganismi potenzialmente pericolosi
3) da perdita della diversità microbica complessiva. L’una non esclude l’altra.
Allo stesso modo, questi tre parametri per catalogare la disbiosi sono direttamente collegati alla causa che ha portato allo squilibrio della microflora. È quindi possibile definire 5 tipi di disbiosi
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La disbiosi deficitaria o carenziale è quella che si crea nella prima fase della vita in cui medicinali e un cattivo microbiota materno possono portare a un deficit dei principali batteri ‘buoni’, bifidobatteri e lattobacilli.
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La disbiosi da sensibilizzazione è spesso dovuta a fattori genetici predisponenti e provoca una anomala risposta autoimmune. Questo tipo di disbiosi può contribuire a una serie di malattie autoimmuni come la colite ulcerosa, la psoriasi e molte altre.
Gli altri tre tipi di disbiosi sono dovuti alle abitudini scorrette nel nutrirsi.
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La disbiosi putrefattiva si ha quando lo squilibrio della flora è situato principalmente nel colon ed è provocato da una dieta povera in fibre. Il pH fecale risulta più basico del normale e i sintomi più evidenti sono alitosi, foruncolosi, stanchezza cronica, insonnia, cefalea, ecc… A contribuire alla disbiosi putrefattiva può anche essere la poca acidità dello stomaco (ipocloridria) e quindi il conseguente abuso di antiacidi e inibitori di pompa protonica.
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La disbiosi fermentativa è causata da alimentazione ricca di zuccheri e carboidrati semplici (pane, pasta, pizza, dolciumi, ecc…) che provoca una proliferazione di microorganismi nell’intestino tenue e come sintomi iniziali porta gonfiore addominale con meteorismo, malessere generale, stipsi e/o diarrea e tanto altro ancora. Anche in questo caso, una bassa acidità dello stomaco può favorire la disbiosi fermentativa.
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La disbiosi da funghi è simile alla fermentativa, ma in questo caso i sintomi sono provocati da un’alimentazione ricca in prodotti lievitati e zuccheri raffinati. Tali sintomi sono inizialmente micosi, dermatiti, allergie, stanchezza cronica, irregolarità intestinale, ecc…
I sintomi della disbiosi intestinale
È impossibile elencare tutti i sintomi di una disbiosi intestinale perché sono veramente tanti. Come ormai avrai capito, quando l’intestino non lavora correttamente, ne risente tutto l’organismo. Inizialmente i sintomi sono legati all’organo stesso, ma visto che vengono spesso ignorati i danni iniziano ad essere ‘passati’ al resto del corpo. Oltre a questo, come spiegato nel precedente articolo, quando il sistema immunitario è occupato nell’intestino a lavorare per ripararsi, il resto dell’organismo rimane più scoperto agli attacchi degli agenti patogeni.
Più a lungo si protrae una disbiosi, più numerosi e pesanti saranno i danni.
I sintomi che già dovrebbero far scattare un campanello d’allarme per una disbiosi intestinale sono:
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una cattiva digestione ripetuta nel tempo
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gonfiori addominali ricorrenti con flatulenze, tensione e dolore
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alitosi
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abbassamento delle difese immunitarie
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ricorrenti cistiti, micosi e altre affezioni simili
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stanchezza e astenia
Con il passare del tempo, l’infiammazione dell’intestino, lo scarso riposo, l’abbassamento delle difese, ecc… possono essere seguiti da carenze nutrizionali importanti, disturbi emotivi anche seri, aumento delle problematiche cardiocircolatorie e del fegato, ecc…
I test per identificare la disbiosi
Quando si sospetta una disbiosi intestinale la migliore cosa da fare è eseguire i test disponibili per diagnosticarla. Sono essenzialmente due:
il disbiosi test – è un esame molto semplice che richiede solo una raccolta di urine e può essere fatto ormai quasi ovunque. Il laboratorio di analisi ricercherà due sostanze che indicheranno due prodotti di metabolizzazione dei batteri dell’intestino: l’indicano e lo scatolo. Se l’indicano ha un valore superiore a 60 mg/l si è in presenza di una seria disbiosi fermentativa, mentre lo scatolo, sempre oltre i 60 mg/l, indica un’importante disbiosi putrefattiva.
la mappatura del microbiota – ormai è possibile effettuare un test sulle feci che identifica la coltura dei microorganismi presenti in esse e questo può aiutare a identificare un’eventuale stato di disbiosi. A differenza del test precedente, non è possibile ancora farlo ovunque e soprattutto non tutti i laboratori di analisi sono specializzati in questa specifica mappatura (anche se magari la effettuano, non hanno sufficiente esperienza).
Cosa è necessario fare per tornare a un eubiosi intestinale
Non ti sorprenderà leggere le mie parole perché è una cosa che ripeto spesso: non esiste una formula magica uguale per tutti, perché ogni individuo arriva alla disbiosi intestinale per più cause strettamente personali. Quindi, benché un integratore o una determinata dieta possono migliorare una sintomatologia, è ben difficile tornare a uno stato di eubiosi senza una corretta guida che sappia quale strada farti seguire.
Ci possono essere degli integratori che sembrano fare miracoli i primi giorni di assunzione, ma spesso sono dei tappabuchi che non risolvono il problema all’origine e il rischio dopo qualche tempo è quello di tornare a stare come e peggio di prima. La strada da fare può essere lunga e molto impegnativa, ma con il supporto adeguato di un professionista specializzato in questo settore, il percorso giusto verso l’eubiosi può essere trovato. Fatti aiutare e non prolungare ulteriormente quello stato di disbiosi intestinale che ti ha tolto il sorriso già da tempo.
Riferimenti:
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Io ho provato tutte le pratiche. Effetti postivi zero. I gastroenterologi mi hanno detto di non Tornare più da loro poiché il mio intestino è e rimarrà così