Latte artificiale: i falsi miti
Latte materno o latte artificiale? È noto che il latte materno sia la scelta migliore, la maggiormente consigliata, quando si parla di alimentazione neonatale. Sono state – soprattutto negli ultimi 50 anni – realizzate campagne di sensibilizzazione a favore dell’allattamento al seno, che viene considerato da qualsiasi professionista del settore l’alimentazione perfetta per il lattante fino all’età dello svezzamento e anche oltre.
Latte artificiale: i falsi miti
A volte, però, alcune mamme sono impossibilitate ad allattare naturalmente. Vuoi per carenza di latte, per il rientro forzato al lavoro o per altri tipi di impegni che portano la mamma ad affidarsi quasi a occhi chiusi al latte in formula.
Comodo, certo; basta aprire, mescolare con acqua calda e servire. Può farlo chiunque e si può preparare ovunque. Ma tutte le mamme che hanno optato per questa soluzione sono realmente consapevoli di cosa comporti una scelta così fondamentale per la vita del proprio bambino?
Il latte in formula costituito per l’alimentazione del neonato non è composto purtroppo da tutte quelle sostanze che sono ritenute indispensabili per la crescita e lo sviluppo dell’organismo durante l’età della prima infanzia.
Il latte materno è invece composto da:
- milioni di cellule vive: globuli bianchi, che rinforzano il sistema immunitario, e cellule staminali, valido supporto per lo sviluppo degli organi;
- numerosi enzimi, che agevolano la digestione e facilitano l’assorbimento del ferro;
- vitamine e minerali, che favoriscono lo sviluppo di denti e ossa;
- proteine, utili per consolidare la crescita;
- ormoni;
- acidi grassi a catena lunga, utilissimi per un corretto sviluppo del sistema nervoso, cervello e occhi;
- zuccheri complessi, cioè gli oligosaccaridi, che attivano i batteri “buoni” per un regolare funzionamento dell’intestino;
- anticorpi: il latte materno contiene infatti le cinque forme principali che difendono il neonato da virus e batteri.
Il latte in formula o artificiale è invece carente della maggior parte di questi componenti e, per questo, l’organismo al quale viene somministrato il latte formulato non ha la possibilità di crescere e svilupparsi nel modo più adeguato.
Latte artificiale: fa male?
Il latte in formula – il cosiddetto latte “artificiale” – contiene infatti sostanze che non sono presenti nel latte materno. È costituito principalmente da zucchero o lattosio, latte scremato in polvere e olio vegetale raffinato, nel quale è possibile ritrovare alcuni componenti che risultano esser stati modificati geneticamente.
Inoltre, contiene il doppio della quantità di proteine rispetto al latte materno. Questo porta le cellule a diminuire la propria sensibilità rispetto l’azione dell’insulina (insulino-resistenza) e ad accumulare grasso in specifiche regioni del corpo (adiposità).
Nella formula sono inoltre stati aggiunti componenti come il ferro, l’acido folico e l’acido DHA, presenti naturalmente nel latte materno, che però in questo caso creano notevoli problemi per il fatto di essere stati prodotti artificialmente in laboratorio.
Negli ultimi 35 anni si sono verificati in Italia e nel mondo numerosi richiami a diverse aziende produttrici di latte in formula a causa di ingredienti rilevati all’interno del prodotto, che si è ritenuto contenesse, tra le altre cose, anche ftalati, melammina e alti livelli di metalli pesanti. Nonché sostanze che dovrebbero risultare estranee, come vetro e agenti patogeni, estremamente nocive per l’organismo del lattante.
Ma come è possibile che possa verificarsi una situazione di questo tipo, enormemente grave, parlando di un prodotto destinato a un organismo così delicato come quello di un neonato?
Purtroppo, la Food and Drug Administration (FDA), cioè l’ente governativo statunitense che ha il compito di regolamentare i prodotti alimentari e farmaceutici, per molto tempo non ha indicato una regolamentazione per quanto riguarda la formula del latte artificiale, lasciando pericolosamente carta bianca ai produttori di latte in formula in fatto di sicurezza del prodotto.
Solo nel 2014 sono state redatte finalmente le Linee Guida essenziali relative agli standard per i produttori, che prevedono test specifici per la salmonella e altri patogeni, e che il latte artificiale contenga i nutrienti essenziali per il normale sviluppo dell’organismo. Regole tuttavia ancora “grezze”, perché non tengono in considerazione tutti i casi specifici – che non sono pochi – come l’alimentazione in caso di nascita prematura o di bambini che hanno particolari esigenze dietetiche date da alcune patologie.
Gli esperimenti effettuati sui neonati
La pediatra statunitense Ruth Lawrence, nel suo libro “A guide for the medical profession”, denominò il latte di formula “il più grande esperimento umano nella storia”, perché questo genere di prodotti fu creato e di conseguenza commercializzato senza in realtà aver prima affrontato test e studi clinici che ne garantissero la bontà e la sicurezza.
Nonostante molte dichiarazioni dei produttori di latte in formula riferite alle basi “scientifiche” utilizzate per realizzare il proprio prodotto, in realtà si può parlare solo di esperimenti che non sono stati eseguiti sotto controllo in laboratorio, ma direttamente sulla pelle (e lo stomaco) dei piccoli neonati. Nel momento in cui si verificava una malattia, un mancato o inadeguato sviluppo o addirittura un decesso riconducibile all’utilizzo del latte in formula, i produttori non facevano altro che eliminare o sostituire l’ingrediente incriminato e chiudere il problema.
Mentre l’allattamento al seno porta a un miglior sviluppo neuropsicologico e a un aumento del quoziente intellettivo, dato dagli acidi grassi a catena lunga presenti nel latte materno, al contrario si è dimostrato un aumento delle reazioni allergiche, del diabete di tipo 1 e 2 e di diverse malattie croniche nei neonati che hanno assunto il latte in formula per un periodo prolungato.
È quindi assodato che il latte in formula rechi numerosi danni alla salute, non solo nell’immediato, ma anche a lungo termine.
Latte artificiale, composizione e ingredienti
Il latte artificiale è composto principalmente da latte vaccino, che viene poi modificato per allinearne la composizione a quella del latte materno (che ha meno proteine e più lattosio).
Gli ingredienti principali nel latte artificiale sono carboidrati, proteine, grassi (dati da prodotti ad alto contenuto di olio, come l’olio di cocco o di girasole), vitamine e minerali, conservanti e aminoacidi, molti dei quali in formula sintetica.
Latte in polvere, storia
Nel 1800 i bambini allattati con latte artificiale erano considerati miseramente, questo per l’alta mortalità che derivava da questo tipo di nutrizione. Ma solo cento anni dopo, la mentalità stava già avviando un’inversione di marcia e nacquero in poco tempo oltre 20 produttori di latte in formula.
E sebbene il latte in formula è prodotto da oltre un secolo, è poi dagli anni ’50 che l’alimentazione con il latte artificiale prende il reale sopravvento su quella al seno.
Fino al secolo scorso, effettivamente, il latte artificiale era stato elevato come l’elemento principe della dieta neonatale. E i motivi sono molti. Uno tra tanti è quello legato alla rigidità delle regole ospedaliere di un tempo, che vedevano fino a qualche tempo fa mamma e bambino separati per un periodo troppo lungo, dopo il parto, per favorire l’allattamento al seno.
Un altro motivo è legato invece all’indipendenza della donna, che negli anni ‘60 ha voglia di riscoprire la propria emancipazione e il proprio ruolo nella società libero da obblighi e doveri. È qui che si concepisce l’idea che la donna possa continuare la sua vita, anche dopo essere diventata mamma, lasciando a casa il proprio bebè, sicura che il latte in formula sopperisse alle esigenze del piccolo in fatto di alimentazione.
È solo nella seconda metà del secolo scorso – soprattutto dagli anni ’90 in poi – che si può parlare di una vera e propria inversione di marcia, promuovendo l’allattamento al seno da parte dell’OMS sulla base di ricerche scientifiche che hanno prodotto risultati davvero sorprendenti.
Come favorire l’allattamento al seno
La salute di molti piccoli infanti è stata compromessa negli anni da un uso inconsapevole di latte in formula, al quale si è data un’etichetta poco veritiera e che racchiude molti lati bui che andrebbero scoperti.
Come far emergere l’importanza del latte materno:
- con un sostegno concreto alle neo-mamme – sociale, economico, ma anche inteso come supporto emotivo;
- con un reale congedo di maternità che possa garantire alla mamma di prendersi una pausa dal lavoro e potersi dedicare realmente al proprio bambino;
- con informazioni chiare e capillari sull’allattamento al seno e sul latte in formula, sfatando i falsi miti costruiti nel tempo dalle aziende produttrici.
Tutto questo può far emergere l’importanza del latte materno e i benefici fondamentali che può apportare nell’alimentazione neonatale e di tutta la prima infanzia.
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