La sindrome PANDAS: un disordine che colpisce silenziosamente
La sindrome PANDAS, acronimo per l’inglese “Pediatric Autoimmune Neuropsychiatric Disorders Associated with Streptococcal infections”, ovvero un disordine neuropsichiatrico autoimmune pediatrico associato allo streptococco beta-emolitico del gruppo A, colpisce alcuni bambini scatenando disordini ossessivo-compulsivi e numerosi altri disturbi neurologici e comportamentali.
Non è ancora stata riconosciuta come una vera e propria patologia, da qui infatti la definizione di sindrome, ma considerato l’aumento dei disordini mentali e comportamentali dei bambini, vale la pena proseguire negli studi e nella ricerca per saperne di più.
Secondo le stime più recenti, infatti, quasi un bambino su 200 ne è affetto, ma la sindrome PANDAS è stata riconosciuta e diagnosticata solamente dopo il 1990, ed essendo relativamente nuova potrebbe essere stata sottostimata o non diagnosticata.
Sintomi della sindrome PANDAS e come diagnosticarla
Quando il batterio dello streptococco colpisce l’organismo del bambino, provoca innanzitutto infiammazione al cervello che porta a problemi neurologici. Per questo, alcuni sintomi risultano essere più comuni, primo fra tutti il disturbo ossessivo-compulsivo, ma si presentano spesso anche:
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Tic verbali o motori – in questi casi i bambini ammiccano, emettono grugniti o respiri pesanti, sbuffano oppure compiono movimenti a scatti e ripetitivi.
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Anomalie nel carattere, irritabilità frequente o aggressività.
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Ansia.
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Modifiche fisiche – alcuni soffrono di enuresi notturna, cambiano la loro scrittura a mano o presentano dolori articolari.
I sintomi compaiono solitamente dopo i tre anni d’età fino alla pubertà, ma potrebbero volerci dai 4 ai 6 mesi prima che si manifestino dopo l’infezione da streptococco.
Naturalmente questi sintomi possono comparire nei bambini per molte cause, ma ciò che consente di associarli direttamente alla sindrome PANDAS è essenzialmente il percorso che ha seguito il bambino nell’ammalarsi. Se, infatti, sviluppa nuovi comportamenti, cambiamenti di personalità o tic in seguito a un’infezione da streptococco confermata, ci sono buone probabilità che la sindrome PANDAS l’abbia colpito.
Purtroppo però, anche se i nuovi comportamenti sono iniziati dopo una qualsiasi malattia senza sintomi evidenti di infezione da streptococco, il batterio potrebbe aver comunque già colpito e la sindrome potrebbe già essere stata sviluppata. Questo può succedere perché talvolta, in un sistema immunitario malfunzionante o in qualche modo compromesso, gli agenti patogeni riescono a mettere radici senza alcun sintomo esterno di malattia. Ecco perché, anche se non è stato mai rilevato lo streptococco nel tuo bambino, l’infezione potrebbe comunque averlo già colpito rendendo necessario affrontare la situazione al più presto possibile.
Poiché la sindrome PANDAS non è una sindrome pienamente conosciuta, è possibile che non tutti i pediatri siano in grado di diagnosticarla correttamente, ma gli esami del sangue volti a controllare la presenza di streptococco nell’organismo dei bambini, come l’antistreptolisina O (ASO) e la Dnasi antistreptococcica B (AntiDNAse-B) sono in grado di verificare il bambino è stato esposto ad una malattia ed ha avuto una risposta immunitaria. In alternativa, è anche possibile effettuare l’esame delle feci, nonostante si tratti di un esame meno utilizzato, sempre al fine di verificare l’infezione da streptococco.
Alimentazione Asse Intestino Cervello per la sindrome PANDAS
La sindrome PANDAS è molto difficile da gestire, i suoi sintomi scombussolano le famiglie e capovolgono i ritmi e le priorità di tutti i componenti, ma fortunatamente ci sono buone possibilità di remissione agendo sul microbiota grazie all’ormai noto asse intestino cervello.
I pochi medici che a oggi si spingono a dare una diagnosi, prescrivono l’uso di antibiotici a lungo termine: sfortunatamente sappiamo bene che cure a lungo termine (anche di un anno o più) con questo tipo di farmaco se da una parte tengono sotto controllo lo streptococco dall’altra fomentano il suo sviluppo, causando seri danni al microbiota. Ecco perché è importante dare una possibilità a regimi alimentari che abbiano un’azione positiva sull’asse intestino cervello.
Attenzione che i problemi al microbiota non si manifestano necessariamente con problemi digestivi, infatti molti non ne hanno ma questo non vuol dire che non ci sia permeabilità intestinale, disbiosi, infezioni, malassorbimento, atrofia di vili e microvilli o infiammazione.
Vediamo spesso diete a eliminazione dove si eliminano uno o più alimenti dipendendo dal regime anche con migliorie ma che al reintrodurre i cibi, tutto ritorna esattamente come prima. Questo succede perchè non è il cibo il problema e limitarsi a togliere e reintrodurre certi alimenti non serve a niente perchè l’ambiente intestinale non cambia eliminando alimenti. L’obiettivo della dieta deve essere quello di rendere l’intestino un organo sano, in questo modo i sintomi inizieranno gradualmente a scemare e allora si potrà gradualmente tornare a mangiare di tutto. Impostare un regime alimentare di questo tipo è estremamente complesso sia per il nutrizionista che per le famiglie che intraprendono questo cammino.
L’alimentazione deve essere volta a risanare l’equilibrio del microbiota intestinale, che sarà in grado quindi di controllare le infezioni e l’integrità dei tessuti.
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Per riequilibrare l’intestino è bene eliminare gli alimenti che irritano un intestino già infiammato, quindi non solo quelli che contengono molti additivi e altri ingredienti irritanti come lo zucchero o i cibi spazzatura, ma intraprendere una dieta che elimini temporaneamente alimenti complessi (che possono essere sanissimi) e che punti su cibi che migliorino l’integrità delle pareti intestinali quali il brodo di ossa, grassi e altri che ne migliorino la funzione quali alimenti fermentati. Liberarsi dall’infiammazione acuta o di basso grado cronica, tramite una dieta idonea dà ai tessuti intestinali i mezzi di auto-riparazione per combattere così i fattori scatenanti e regala all’intestino la possibilità di assorbire meglio i nutrienti e che i villi riaquistino integrità.
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Per combattere l’infezione puoi anche puntare su rimedi naturali che hanno dimostrato in ricerca, efficacia contro lo streptococco quali l’allicillina. Benchè l’allicillina non sia aggressiva come un antibiotico è comunque sempre meglio agire sulle cause quindi sull’ambiente intestinale
- Integratori quali minerali ionici, acidi grassi, vitamina A,D,K e probiotici a spora dovrebbero essere inclusi nel regime alimentare
Se sospetti che il tuo bambino abbia la sindrome PANDAS o se comunque ti rendi conto che ci sia qualcosa che non va, non aspettare una diagnosi, inizia a lavorare sul microbiota.
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